Fiamme e Vulcani

Per incontrare il fuoco MYOP non può far altro che entrare nell’antro di Vulcano, osservare i fratelli Scibetta a lavoro, sentire le lamiere piegarsi, la saldatrice scoccare il lampo. E Vulcano è Efesto, il dio del fuoco, delle fucine, dell’ingegneria, della scultura e della metallurgia.

A Vulcano Teti chiese di costruire lo scudo per il figlio Achille. Uno scudo che contiene tutto, “la terra, il mare, il cielo, e il Sole infaticabile, e la tonda Luna, e gli astri” (Omero, Iliade).

Le mani dei fratelli Scibetta hanno memoria, sono scrigno di saperi preziosi, tramandati di padre in figlio, da artigiano ad artigiano. Ma non solo questo insegnano i padri.

Innovazione, sperimentazione, tecnica e tecnologia, relazione, collaborazione, caparbietà  e gratitudine.

Forma e Sostanza.

Sono anni di esperienza, i forni dei fratelli Scibetta.

Aurelio ha occhi sottili e penetranti, sondano e misurano ogni oggetto, ogni materia; Daniele ha intuito, senso pratico, mestiere, mani esperte; Riccardo sogna, gioca e sperimenta, regala visioni. È così che un artigiano assicura la propria eredità . Enzo Scibetta è fatto così, è generoso, a ogni figlio ha concesso un pezzo.

Nei loro forni, i giochi di fuoco, le lamiere forgiate, si fanno centro del focolare domestico. E questa è la sostanza.

E il fuoco è un’arma, rapisce, è un racconto, è relazione. Di fronte ad esso soffia un silenzio fatto di ascolti, convivialità , occhi e bocche. Quando poi la cornice intorno a questo fuoco, l’involucro che lo contiene, diventa una scultura, un’opera, un eccezione, la sostanza si fa cosa sola con la forma, in un equilibrio di suoni di lavoro, lamiere piegate, folgori, elettrodi, magli che battono il ferro finché è caldo, nell’antro di Vulcano.

E Vulcano è Efesto, il dio del fuoco, delle fucine, dell’ingegneria, della scultura e della metallurgia. A lui Teti chiese di costruire lo scudo per il figlio Achille. Uno scudo che contiene tutto.