SNAIL al Summer Design Fest

La lentezza delle mani al lavoro, mani che intagliano, torcono, incidono, lasciano tracce. Tracce lievi ma evidenti, come quelle di una lumaca. La conchiglia di acciaio inossidabile, coriacea su cui si riflettono le linee antiche di Palazzo Cafisi (Favara – Agrigento). La patina tellurica del Corten, acciaio che si è fatto pietra e sfida le geometrie dell’edificio che accoglie il Summer Design Fest.

MYOP è a Favara con SNAIL – the Barbecue: l’essenzialità  del suo guscio racconta di spazi attesi, di complessità che moltiplicano geografie semplici, aliene e al tempo stesso ecologiche, naturali. SNAIL contiene, accoglie. Da oggetto diviene paesaggio, dialoga con il Palazzo, e gli ospiti si fanno satelliti geostazionari, girano in tondo, dimostrando che SNAIL è così: semplice, essenziale, funzionale, elegante.

Le parole sono materia, hanno forma, non vanno poggiate sopra gli oggetti, ma incise, devono riempirli di senso, costruirne una funzione. MYOP non è un nome, non è un’etichetta. MYOP, con SNAIL, dimostra una volta ancora che il connubio fra artigianato, ingegno e arte è lo strumento più efficace per restituire il lavoro all’uomo e per evitare che i suoi prodotti siano vuoti, rigidi, finiti.
A Favara, l’incorruttibilità  del barbecue-monolite si insinua in volute di legno cesellate: un lampadario barocco, sospeso nello spazio e nel tempo, intagliato a mano negli anni ’60 da un poco più che ventenne Enzo Scibetta, è il ponte fra il contemporaneo e l’antico, fra l’istantaneità  e la lentezza, fra SNAIL e Palazzo Cafisi, fra contenuto e contenitore.

Dopo, non resta altro da fare che muoversi nel carnevale, nella processione laica del Farm Cultural Park.